martedì 8 luglio 2014

Compagni di viaggio


Una delle mie storie di guarigione preferite, contenuta in Il giuoco delle perle di vetro di Hermann Hesse, narra di Joseph e Dion, due noti guaritori vissuti ai tempi della Bibbia. Sebbene fossero entrambi molto efficaci, operavano in modo diverso. Il guaritore più giovane, Joseph, curava attraverso un ascolto silenzioso e ispirato. I pellegrini avevano fiducia in lui. La sofferenza e l’ansia riversate nei suoi occhi svanivano come acqua sulla sabbia del deserto e i penitenti si allontanavano dalla sua presenza svuotati e rasserenati. Dall’altro canto Dion, il guaritore più anziano, affrontava in maniera attiva quelli che cercavano il suo aiuto. Indovinava peccati inconfessati ed era un grande giudice che puniva, rimproverava e correggeva, guarendo appunto attraverso un intervento attivo. Trattando i penitenti come bambini, dava consigli, puniva infliggendo penitenze, ordinava pellegrinaggi e matrimoni e obbligava i nemici a fare la pace.
I due guaritori non si incontrarono mai, e operarono per molti anni come rivali finché lo spirito di Joseph si ammalò, facendolo cadere nella disperazione più nera, e fu assalito da impulsi autodistruttivi. Incapace di curarsi con i propri metodi terapeutici, si mise in viaggio verso sud per cercare l’aiuto di Dion.
Durante il suo pellegrinaggio una sera si fermò a riposare in un’oasi, dove attaccò discorso con un viaggiatore più anziano. Quando Joseph descrisse lo scopo e la destinazione del suo pellegrinaggio, il viaggiatore si offri come guida per aiutarlo nella ricerca di Dion. Più tardi, durante il loro lungo viaggio insieme, il vecchio viaggiatore rivelò la sua identità a Joseph. Era proprio lui Dion, l’uomo che Joseph stava cercando.
Senza esitare Dion invitò il giovane rivale disperato nella sua casa, dove vissero e lavorarono insieme per molti anni. Dion all’inizio chiese a Joseph di fargli da servitore. Quindi lo elevò al rango di allievo e infine lo nominò suo collega a tutti gli effetti. Anni dopo, Dion si ammalò e sul letto di morte chiamò a sé il collega più giovane, affinché ascoltasse la sua confessione. Parlò della terribile malattia di Joseph e del suo viaggio alla ricerca del vecchio Dion per implorare l’aiuto. Raccontò come Joseph avesse interpretato come un miracolo il fatto che il suo compagno di viaggio fosse poi risultato essere Dion in persona.
Ora che stava morendo era giunta l’ora, disse Dion a Joseph, di rompere il silenzio su quel miracolo, e confessò che quell’incontro allora era sembrato un miracolo anche a lui, perché era caduto a sua volta nella disperazione. Anche lui si sentiva vuoto e spiritualmente morto e, incapace di aiutare se stesso, aveva intrapreso un viaggio per cercare aiuto. Proprio la notte in cui si erano incontrati nell’oasi era in pellegrinaggio verso un famoso guaritore di nome Joseph.

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