domenica 22 febbraio 2015

Il corpo di dolore

Il più grande ostacolo all’Essere è l’identificazione con la propria mente, che rende compulsivo il pensiero. Non essere capaci di smettere di pensare è un’afflizione terribile, ma non ce ne rendiamo conto perché quasi tutti ne soffrono, per cui è considerato normale. 
Sapete liberarvi dalla mente quando volete? Avete scoperto il pulsante per “spegnerla”? No, quindi è la mente ad usare voi. Inconsapevolmente vi identificate con la vostra mente, per cui non sapete nemmeno di esserne schiavo. Nel momento in cui cominciamo a osservare l’entità pensante, si attiva un livello più elevato di consapevolezza. Allora cominciate a capire che vi è un vasto regno di intelligenza al di là del pensiero, e che il pensiero è solo un aspetto minuscolo di tale intelligenza. Capite inoltre che tutte le cose davvero importanti (bellezza, amore, creatività, pace interiore) nascono al di là della mente. Così cominciate a risvegliarvi. 
Potete davvero liberarvi dalla mente. Potete cominciare da subito, ascoltando la voce nella vostra testa quanto più spesso possibile. Prestate particolare attenzione a eventuali schemi di pensiero ripetitivi, quei vecchi dischi di grammofono che ci suonano in testa forse da molti anni è questo che intendo per “osservare colui che pensa”, il che significa ascoltate la voce nella testa, siate lì come presenza testimone. Quando ascoltate questa voce, ascoltatela in maniera imparziale, ossia non date giudizi. Non giudicate o condannate ciò che sentite, perché questo vorrebbe dire che la stessa voce è rientrata dalla porta di servizio. Questa reazione dell’Io sono, questo senso della propria presenza non è un pensiero, nasce al di là della mente. Così quando ascoltate un pensiero siete consapevoli non solo del pensiero ma anche di voi stessi testimoni del pensiero. Il pensiero allora perde il suo potere su di voi e rapidamente si placa, perché voi non fornite più energia alla mente attraverso la vostra identificazione con essa. Questo è l’inizio della fine del pensiero involontario e compulsivo. 
A questo punto si ha esperienza di una discontinuità nel flusso mentale, un intervallo “senza mente”. Dapprima gli intervalli saranno brevi, poi si allungheranno. In questo stato di sintonia interiore, si è molto più vigili, più svegli rispetto allo stato di identificazione con la mente. Si è totalmente presenti. Questo stato innalza la frequenza di vibrazioni del campo energetico che dà vita al corpo fisico. 
Invece di osservare “colui che pensa” si può anche creare un intervallo nel flusso mentale semplicemente rivolgendo il centro dell’attenzione all’Adesso. 
Nella vita quotidiana potete fare pratica di questo metodo prendendo ogni attività di routine che normalmente è solo un mezzo per raggiungere un fine e dedicarvi la massima attenzione, in modo che diventi un fine in sé. 
Voi vi identificate con il pensiero, traete il vostro senso di sé dal contenuto e dall’attività della vostra mente. Ritenete che se smettesse di pensare cessereste di esistere. Diventando adulti vi formate un’immagine mentale di voi stessi basata sul vostro condizionamento personale e culturale. Possiamo chiamare ego questo sé fantasma. È costituito dall’attività mentale e può essere mantenuto in vita solo con un pensiero continuo. Per l’ego, il momento presente quasi non esiste. Solo il passato e il futuro sono considerati importanti. Si preoccupa sempre di mantenere vivo il passato, perché senza di esso chi siamo noi? Si proietta costantemente nel futuro per garantirsi la propria sopravvivenza e per cercarvi qualche genere di liberazione o di appagamento. Anche quando l’ego sembra preoccuparsi del presente, non è il presente ciò che vede: lo percepisce in modo completamente sbagliato perché lo osserva con gli occhi del passato. Oppure riduce il presente a un mezzo rivolto a un fine, un fine che sta sempre nel futuro proiettato dalla mente. 
Il pensiero è solo un piccolo aspetto della consapevolezza e non può esistere senza la consapevolezza, ma la consapevolezza non ha bisogno del pensiero. Nello stato illuminato si è liberi dal dialogo interno involontario, e vi è quiete interiore. 
La mente è essenzialmente una macchina per la sopravvivenza, ma non è affatto creativa. La mente non è solo pensiero. Include le emozioni nonché tutti gli schemi reattivi mente-emozioni. L’emozione nasce nel punto di incontro fra corpo e mente. Se veramente volete conoscere la mente, il corpo ve ne darà sempre un riflesso veritiero. In effetti, più la mente si sforza si sbarazzarsi del dolore, più grande è il dolore stesso. Sostanzialmente, tutte le emozioni sono variazioni di un’unica emozione primordiale indifferenziata che ha origine nella perdita di consapevolezza di ciò che siete al di là del nome e della forma. Potremmo chiamarla paura oppure semplicemente dolore. La mente non può mai trovare la soluzione, né può premettere a noi di trovarla, perché è essa stessa una parte intrinseca del “problema”. Emozione letteralmente significa “sconvolgimento”; il termine deriva dal latino emovere che significa “sconvolgere”. Le emozioni, facendo parte della mente dualistica, sono soggette alla legge dei contrari. Questo significa che non potete avere il bene senza il male. 
Il piacere deriva sempre da qualcosa che è al di fuori di voi, mentre la gioia nasce dall’interno. Il vero amore non fa soffrire. Come potrebbe? Non si trasforma improvvisamente in odio, così come la vera gioia non si trasforma in dolore. 
Il desiderio è la mente che cerca salvezza o appagamento nelle cose esteriori e nel futuro come sostituti per la gioia dell’Essere. Non bisogna liberarsi del desiderio o “raggiungere” l’illuminazione. Bisogna essere presenti. Bisogna diventare osservatori della mente.
Fintanto che non siete in grado di accedere alla potenza dell’Adesso, ogni dolore emozionale di cui avete esperienza si lascia dietro un residuo di dolore che continua a vivere in voi. Si mescola al dolore proveniente dal passato, che era già lì, e si annida nella vostra mente e nel vostro corpo. Questo naturalmente include il dolore che avete sofferto da bambini, causato dall’inconsapevolezza del mondo in cui siete nati.
Questo dolore accumulato è un campo di energia negativa che occupa il corpo e le mente. Il corpo di dolore emozionale, ha due modi di essere: latente e attivo. Può essere latente per il 90% del tempo; in una persona profondamente infelice, però, può essere attivo fino al 100% del tempo.
Il corpo di dolore vuole sopravvivere , al pari di ogni altra entità esistente, e può sopravvivere solo se vi indice a identificarvi inconsapevolmente con esso. Deve alimentarsi tramite voi. Si nutrirà di ogni esperienza che entri in risonanza con il suo stesso tipo di energia, ogni cosa che crei ulteriore dolore sotto qualunque forma: collera, capacità distruttiva, odio, afflizione, dramma emozionale, violenza, perfino malattia. Così il corpo di dolore, quando si è impadronito di voi, crea nella vostra vita una situazione che riflette la sua frequenza energetica, in modo da trarne nutrimento. Il dolore può alimentarsi solo di dolore. Una volta che il corpo di dolore si è impadronito di voi necessitate di altro dolore. La sua sopravvivenza dipende dalla vostra identificazione inconsapevole con esso, nonché dalla vostra paura inconsapevole di affrontare il dolore che vive in voi. Ma se non lo affrontate, se non portate nel dolore la luce della consapevolezza, sarete costretti a riviverlo ripetutamente. 

Nel momento in cui lo osservate, ne avvertite in voi il campo energetico e vi rivolgete la vostra attenzione, l’identificazione è interrotta. Così avete raggiunto il potesse di Adesso. L’inconsapevolezza lo crea; la consapevolezza lo trasforma in se stessa. San Paolo disse: Ogni cosa si rivela con l’esposizione alla luce, e tutto ciò che è esposto alla luce diventa a sua volta luce”. Se lo combattete creereste un conflitto interiore e pertanto ulteriore dolore. Osservarlo è sufficiente. Implica accettarlo come parte di ciò che esiste in quel momento. Il corpo di dolore si compone di energia vitale intrappolata che si è staccata dal nostro campo energetico totale ed è diventata temporaneamente autonoma attraverso il processo innaturale di identificazione con la mente.
Sebbene voi smettiate di fornirgli energia il corpo di dolore come una trottola continua a girare per un po’ fin quando non è più caricato. In questa fase può anche creare dolore e sofferenza fisici in varie parti del corpo, che però non dureranno a lungo. È come se il dolore divenisse combustibile per la fiamma della consapevolezza, che di conseguenza brucia più vivida.

da Il Potere di Adesso, Eckart Tolle

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