domenica 20 marzo 2016

Siamo un miracolo senza ragione


Il disagio esistenziale è la radice della sofferenza ed è qualcosa a cui nessuno di noi è immune. E’ difficile capirlo perché nasciamo senza il libretto di istruzioni, ci ritroviamo semplicemente già esistenti, non possiamo dire ai nostri genitori perché siamo al mondo perché nemmeno loro lo sanno perché sono al mondo. Noi ci troviamo ad esistere tutti quanti insieme. Questo è un dato di fatto a cui è difficile dare risposte, perché risposte non ce ne sono, esistono soluzioni. L’occidente non ne ha, è caratterizzato da un’estrema lucidità nell’analizzare e focalizzare il problema, facendo scienza, ma non ha trovato le soluzioni. Sartre, nel libro "La nausea" scrive:

Il mondo... questo grosso essere assurdo. Non ci si poteva nemmeno domandare da dove uscisse fuori, tutto questo, né come mai esisteva un mondo invece che niente. Non aveva senso, il mondo era presente dappertutto, davanti, dietro. Non c'era stato niente prima di esso. Niente. Non c'era stato un momento in cui esso avrebbe potuto non esistere. Era appunto questo che m'irritava: senza dubbio non c'era alcuna ragione perché esistesse, questa larva strisciante. Ma non era possibile che non esistesse.

Voglio dire che, per definizione, l’esistenza non è la necessità. Esistere è essere lì, semplicemente : gli esistenti appaiono, si lasciano incontrare ma non li si può mai dedurre. C’è qualcuno, credo, che ha compreso questo. Soltanto ha cercato di sormontare questa contingenza inventando un essere necessario e causa di sé. Orbene, non c’è alcun essere necessario che può spiegare l’esistenza: la contingenza non è una falsa sembianza, un’apparenza che si può dissipare; è l’assoluto, e per conseguenza la perfetta gratuità. Tutto è gratuito, questo giardino, questa città, io stesso. E quando vi capita di rendervene conto, vi si rivolta lo stomaco e tutto si mette a fluttuare … ecco la Nausea.

Noi siamo quelle contingenze di cui parla Sartre, siamo li, gettati, ci ritroviamo a esistere. A chi chiediamo aiuto? Quell’essere “causa sui” non ha senso. Se ci si riflette a fondo, dio non spiega l’esistenza perché dio è esistente esso stesso.
“Non c’è il perché” disse Nietzsche.
L’oriente, al contrario, ci insegna che non ci si ritrae dal mistero del non senso, dall’assurdità dell’essere, ma lo si guarda. Non c’è un luogo dove porsi e dire “questo è l’essere a causa di sé”. Quello è l’ultimo rifugio.
Solo il buddismo ha avuto il coraggio dello stacco completo da quella verità che non è un’opzione, è una necessità, che significa, filosoficamente, l’impossibilità dell’altrimenti, è necessario. La liberazione non è un’opzione, è una necessità…se guardi fino in fondo.

Un fuoco nero che brucia con l’oscura brillantezza di una gemma, prosciuga il vasto cielo e la terra di tutto il loro colore naturale. Nello specchio della mente non si vedono ne montagne ne fiumi. Cento miliardi di mondi agonizzanti tutto per niente. (Akuin)

Akuin, come Buddha, si rese conto che senso non c’era, però non si ritrasse dal mistero del non senso ma lo guardò.

Che meraviglia soprannaturale
Che miracolo è questo
Io attingo acqua dal pozzo
Io porto la legna

Pang-yun

Noi siamo un miracolo senza nessuna ragione, l’esistenza stessa lo è.


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