domenica 6 novembre 2011

Misticismo ateo

Ci sono molte testimonianze di esperienze di stati d’esaltazione dell’essere da parte di individui di poca o nessuna fede, alcuni di essi rifiutano qualunque interpretazione religiosa di esperienze di questo tipo. Shelley, scrivendo l’ Inno alla bellezza intellettuale, mise da parte il suo primitivo e ben noto ateismo e il suo inno trova un’ eco nelle opere dei mistici naturali che gli succedettero. La prima strofa è puramente descrittiva:

L’ombra solenne di qualche invisibile Potere
fluttua tra di noi, benché celata,
e fa visita a questo vario mondo con un’ala incostante
come i venti d’estate che passano di fiore in fiore,
come raggi di luna dopo un acquazzone su un monte coperto di pini
fa visita col suo sguardo incostante
in ogni cuore e in ogni volto umano;
come colori e armonie della sera,
come nubi dispiegate fra le stelle,
come il ricordo di una musica lontana
come qualcosa che può essere caro per la sua grazia
e più ancora per il suo mistero”.
Questo vago sentore di qualcosa che sta al di sopra e al di là di noi, che insorge spontaneo come parte essenziale della nostra reazione alla bellezza non è, comunque, di origine sovrannaturale:
Nessuna voce da un mondo più sublime
ha mai dato queste risposte al saggio o al poeta
e i nomi di Demone, Fantasma e Paradiso
testimoniano solo i loro vani sforzi:
sono deboli formule - e udirle non aiuta a staccarsi
da tutto ciò che sentiamo e vediamo,
il dubbio, la sorte e la mutevolezza”.
Di solito le esperienze mistiche, attive o passive che siano, vengono ricercate dai mistici religiosi; ma per molti profani, credenti o meno, un’esaltazione analoga può giungere inaspettata: può assumere la forma di un’euforia dello spirito che nessuna parola può esprimere adeguatamente, la quale può insorgere come reazione immediata a un bel paesaggio, a un’opera d’arte, a un brano di musica, a una pagina di un libro; allo stesso modo, può far seguito all’improvvisa, sconvolgente consapevolezza di essere innamorato. Ma anche se in un primo momento non si trovano parole per descrivere simile stato, è questione di rifletterci sopra, in modo da riuscire infine a esprimere il contenuto dell’esperienza. La descrizione potrà non riuscire a cogliere l’esatta natura, non render conto precisamente del nostro stato interiore, ma, se ci manteniamo sufficientemente articolati, verrà raggiunta una discreta approssimazione: se non altro perché si tratta di un’esperienza universale umana. E’ qualcosa che ci accade, che può anche influire sul corso delle nostre vite, ma che comincia all’interno delle nostre coscienze come risposta a uno stimolo del mondo materiale; può essere una porta che si affaccia su altre regioni del Sé, ma né la sensibilità estetica né l’innamorarsi sono esperienze mistiche. Non è necessario il senso della presenza divina, di qualcosa che non appartiene a questo mondo.

R. A. Gilbert

1 commento:

  1. La sensacion maravillosa que se siente cuando se enamora, o la que se siente escuchando cierta mùsica, no son nada de mistico. Quien escribe esto, nunca
    ha sentido la divinidad invaderlo...La diferencia con todo lo demàs es infinita.

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